Il modello organizzativo agile può essere adottato sia in fase di costituzione dell’impresa che successivamente, anche se il passaggio ad esso non è semplice, soprattutto per le imprese già affermate e strutturate. Esistono diversi percorsi e molti punti di partenza per attuare la trasformazione agile, la quale per essere completa, come ormai dovrebbe essere chiaro, impatta la strategia, la struttura, le persone, i processi e la tecnologia.
Astraendo, è possibile identificare tre percorsi “tipo” di trasformazione agile:
- All-in, che comporta l’impegno da parte dell’organizzazione a trasformarsi interamente in chiave agile in un determinato periodo. Sebbene sia il tipo di trasformazione meno comune, il suo utilizzo sta diventando sempre più crescente. I dirigenti delle organizzazioni che adottano questo metodo definiscono un pianoper eseguire tutte le fasi di trasformazione il più rapidamente possibile, anche se è raro che l’intera organizzazione possa trasformarsi in un unico momento. Piuttosto, è più comune che la trasformazione proceda attraverso una serie di step pianificati nell’arco di un tempo di riferimento predefinito.
- Step-wise, che prevede un approccio di trasformazione graduale e diffuso. Il cambiamento avviene attraverso dei progetti pilota, ripetuti più volte, fino a quando l’organizzazione non sviluppa la propria agilità. L’intera organizzazione devono acquisire familiarità con i principi e gli strumenti tipici dell’organizzazione agile, comprendendo in che modo essi possano aggiungere valore all’impresa.
- Emergent, che rappresenta un approccio in cui, prima di tutto, si stabilisce una direzione di base condivisa e degli obiettivi chiave, investendo nella diffusione dei valori e della mentalità agile a tutti i livelli organizzativi.
Approccio alla trasformazione Agile
Indipendentemente dalla strategia di trasformazione adottata, risulta evidente come siano necessarie nuove competenze a supporto di essa, cosa che implica azioni di formazione e mentorship, ma anche l’eventuale assunzione di nuove persone.
Tutta l’organizzazione, quindi, è di fatto coinvolta nella trasformazione, richiedendo spesso un impegno di budget e tempo non indifferente, a fronte del quale si potranno però osservare numerosi vantaggi rispetto alle organizzazioni tradizionali, come l’aumento della produttività e della motivazione dei lavoratori o il migliore coinvolgimento dei clienti.
L’importante è sviluppare il proprio “modello di agilità” senza prendere scorciatoie, tentando di emulare quello di qualcun altro o applicare i principi agili in modo parziale. Si tratta di una sfida impegnativa che non va sottovalutata, così come si evidenzia sempre dal già citato State Of Agile survey (https://stateofagile.com), in cui il 50% delle imprese intervistate dichiara di avere difficoltà a causa di una cultura organizzativa esistente in contrasto con i valori agili. Infatti, la condizione imprescindibile per un percorso verso l’agilità è rappresentata dalla capacità di maturare il giusto mindset e le giuste competenze, senza i quali l’impresa non potrà ottenere il successo sperato.
Il rinnovamento dei comportamenti, delle competenze, e della mentalità di ciascun individuo può avvenire attraverso il coaching, ossia un metodo di formazione indirizzato al miglioramento dell’efficienza professionale in un contesto di transizione strategica ed operativa. A tal riguardo, la direzione delle risorse umane può assumere il ruolo di agente di cambiamento, al fine di catalizzare il mutamento della cultura aziendale, migliorando l’abilità dell’impresa di progettare e implementare la propria trasformazione. L’organizzazione dovrà consentire l’apprendimento e il miglioramento continuo al suo interno, adottando un programma di sviluppo su larga scala.