Il raggiungimento dello status quo è uno dei grandi rischi del mondo Agile.
Pensare di aver completato il proprio cammino è sintomo stesso che c’è ancora tanto lavoro da fare perché, probabilmente, non abbiamo capito in profondità il senso stesso dell’Agilità. Non dovremmo mai affermare “sono diventato Agile”, ma piuttosto “siamo continuamente al lavoro per far si che la nostra azienda sia in grado di rispondere sempre al meglio alle sfide di contesto”.
D’altronde una delle pratiche prese in prestito da Lean, ovvero il Kaizen, ci porta proprio a dire che bisogna migliorare continuamente a piccoli passi, in modo da limitare e gestire gli impatti senza per questo rinunciare a evolversi giorno per giorno. Stesso discorso per il dodicesimo principio.
Ecco, in tal modo l’Agilità diventa un meccanismo implicito, uno strumento al servizio dell’obiettivo primario, e non l’obiettivo stesso. È un aspetto fondamentale, ma che spesso sfugge, rendendo di fatto vano il percorso di rinnovamento e rischiando di sostituire il processo in essere con qualcosa che ha una maggiore tendenza, ma svuotato dell’essenza.
Se spalmassimo una trasformazione Agile sul quadrante di un cronometro, dopo aver raggiunto i primi risultati apprezzabili è come se la lancetta dei secondi fosse sulla prima unità aggregativa (tipicamente il 5) e, osservandolo, capiremmo quanto c’è ancora da fare. Ma la stessa metafora è utile anche per ricordarci che il tempo scorre velocemente e che rischiamo di restare indietro, se quanto stiamo facendo non è contestualizzato al dominio in cui ci muoviamo.
Identificare un percorso di azione è fondamentale per consentire di avere sempre chiari almeno due obiettivi: quelli a breve e quelli a medio termine. In tal modo si evita di andare a naso e si riesce a comunicare ai diversi livelli interessati quelle che sono i “touch point” da attraversare per proiettarci e prepararci ai “momenti di verità”.
Troppo spesso si corre appresso alla “big A” di Agile, ovvero appresso alla brandizzazione di un approccio, una tecnica, un tool, che danno la falsa sensazione di essere al sicuro e di poter essere certi che il percorso intrapreso porti a risultati certi. Una sola sentenza: statene alla larga! Concentratevi su quando porta reale utilità e su quanto riesce a portare sul carro quanti più viaggiatori possibili.
Ovviamente, nessun dubbio che l’Agilità sia un’arma potentissima, ma come tale va maneggiata con cura per evitare che diventi un’occasione perduta e che non si riesca ad attuare i miglioramenti che ci si aspetta.
Stay tuned J