L'H.A.I. Agility e l'Intelligenza Collettiva

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Nell’ambito di quella che abbiamo definito l’HAI (Human & Artificial IntelligenceAgility, tre sono i bisogni predominanti da soddisfare che possono aiutare a sviluppare la sinergia uomo-assistente digitale in modo sano, spingendo a chiamare la stessa, in alcuni casi, collaborazioneil bisogno di entrare in relazione con altri, il bisogno di competere con gli altri e il bisogno di concretezza, ovvero di trovare un significato o di dare un senso a quello che si fa.

È possibile affermare che tutti e tre rientrano nella sfera della superintelligenza collettiva[1], ovvero l’idea che l’AI sia un fidato compagno per aiutare a migliorare la nostra capacità di fare sinergia con gli altri e sprigionare gli effetti sinergici che ne derivano.

Quindi, dando uno sguardo più da vicino ai succitati bisogni, si ha:

  • Bisogno di Relazione, ovvero il desiderio di connettersi e andare d'accordo con altri, ampliando la propria rete di relazioni (stabili), sia nella sfera personale che professionale. In particolare, restando su quest’ultima, la capacità di accompagnarsi agli algoritmi di AI che aiutano a rafforzare la rete delle relazioni all’interno dell’azienda, permette di capire meglio il funzionamento stesso dell’organizzazione e ottimizzarne i modelli per favorire la superintelligenza collettiva e, quindi, il raggiungimento di nuovi traguardi (edge). 
  • Bisogno di Competere, ovvero di rafforzare la produttività ed efficienza, individuale e collettiva, e di migliorare il proprio tenore di vita. Si tratta, in questo caso, proprio di usare al meglio le potenzialità dell’AI, fino a farsi consigliare dagli Assistenti Digitali Intelligenti (A.D.I.), per basare le proprie decisioni su dati e fatti oggettivi, riducendo l’intrinseca propensione umana prendere decisioni senza tener conto delle informazioni presenti e troppo spesso plasmate dai bias che la caratterizzano.
  • Bisogno di Concretezza, ovvero l’esigenza intrinseca di dare un significato tangibile a quanto si sta affrontando e realizzando. In questo ambito l’AI può dare un grande contributo permettendo di “trovare significato ai dati”, ovvero di tradurre le informazioni in insight, idee o intuizioni, che aiutino a dare un senso a un mondo altrimenti ambiguo e complesso. 

Se il tutto può sembrare a prima vista un qualcosa a divenire, è doveroso e fondamentale sottolineare che quanto rappresentato è già lo scenario odierno (in particolare quello relativo alla sfera privata individuale) e non un possibile futuro: nel bene o nel male, la maggior parte dei fatti, delle opinioni e delle conoscenze a cui si ha accesso oggi è stata curataorganizzata e filtrata dall'Al, ed è il motivo per cui l'AI ha lo stesso potere di informare e disinformare.

Le grandi piattaforme social, Facebook, YouTube, TikTok solo per citarne alcune, utilizzano già l’AI per condizionare le persone sfruttando i suddetti bisogni essenziali. La vera sfida è quella di restare al timone piuttosto che consentire a un’AI, o ancora peggio a chi la gestisce, di manovrare le persone.

 

[1] Superintelligenza, Nick Bostrom